Wanda Tommasi, già docente di Filosofia all’Università di Verona, fa parte della comunità filosofica femminile “Diotima”, con cui ha elaborato il pensiero della differenza sessuale. La sua ricerca e molte delle sue pubblicazioni privilegiano filosofe e scrittrici contemporanee e le pratiche e le teorie del movimento delle donne.

Nella sua nuova fatica editoriale, Vivere Dio qui e ora, si pone l’obiettivo di rendere accessibile a tutti la sapienza mistica di alcune autrici del nostro tempo (tra cui Antonella Lumini). In un’epoca come questa, segnata da ansia e preoccupazione per i danni inflitti al nostro pianeta, chi vive con partecipazione e consapevolezza ha bisogno di volgere lo sguardo ai raggi di luce della mistica. E, in particolare dell’esperienza mistica femminile, in grado di parlare a tutti coloro che sono alla ricerca di una forma libera di spiritualità, al di là di qualsiasi fede religiosa. 

Le autrici presentate dalla Tommasi nel libro invitano a coltivare un punto di silenzio e di quiete nel profondo dell’anima, a far crescere in ciascuno quel seme infinitamente piccolo che tende nonostante tutto al bene, a volgere lo sguardo a un Dio materno e misericordioso che cerca sempre il consenso delle creature, a custodire la fiducia che, benché vi sia molto male nel mondo, esso non avrà l’ultima parola.

Il libro è arricchito dalla prefazione di Antonietta Potente. Che scrive: «A chi pensa che l’esperienza mistica sia confinata nella storia medievale, il libro che ospita questa mia prefazione dirà che non è vero. La storia è impregnata di quel mistero che molte donne riconoscono e seguono, tra meraviglia e amore, perché anche per loro le tenebre sono diventate come luce».


Il libro che ha ispirato Antonella Lumini a vivere la Pustinia

In virtù del suo impegno sociale e della profondità che emana da opere come Pustinia («deserto» in russo), libro assurto a classico della spiritualità cristiana, la figura di Catherine de Hueck Doherty si accompagna oggi a quelle di altre donne indimenticabili come Madre Teresa, Dorothy Day e Suor Emmanuelle. Di origini russe, fuggì ventenne dal suo Paese per giungere infine in Canada, dove fondò col secondo marito, Eddie Doherty, la comunità «Madonna House», centro di accoglienza per bisognosi, oggi presente con le sue succursali negli Stati Uniti, in Canada e in Europa. Così come nelle sterminate foreste russe esistono le pustinia e i pustinikki (abitanti del deserto), che nel silenzio sono disponibili ad accogliere chiunque si rivolga a loro. Dall’esperienza di «Madonna House» sono nati, anche nelle metropoli, luoghi ove sperimentare nel silenzio, nel digiuno e con solo una Bibbia sul tavolo, il rapporto con Cristo. Catherine ci spiega il paradosso e l’esperienza concreta dei deserti nelle metropoli odierne, ci insegna come vivere il silenzio e l’accoglienza assoluta, anche nell’assordante mondo contemporaneo, in una costante opera a favore della giustizia sociale e contro il razzismo. Una proposta religiosa e umana sempre attuale. Catherine Doherty si definiva una «non teologa», ma nelle sue parole ritroviamo una saggezza che unisce il cristianesimo da Oriente a Occidente.